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I miei primi 200.000Km
Capitolo Terzo
Tre...due...uno...zero...contatto!(con l'asfalto).

Era un bel pomeriggio estivo di agosto del 1984 ed ero di ritorno a casa tutto contento dopo aver acquistato un bel portapacchi e due paramani Acerbis per il mio "cavalcone"...ma, porca miseria!, che cavolo sta facendo sto s..... CO STA CINQUECENTOOO... Mi ricordo il gesto istintivo di alzare la gamba; un attimo dopo il rumore della lamiera...black out mentale di circa dieci secondi...apro gli occhi e la vedo, lì sull'asfalto, violentata da quella maledetta macchina dalla quale, nel frattempo, era sceso un tizio di mezza età, tarchiatello, che mi parlava mentre gesticolava agitatissimo ( non ricordo il suo nome: lo chiamerò Mario per comodità); dolori al momento non ne sentivo, almeno fisici; mi rialzai e mi avvicinai alla mia moto: fiancatina portanumero graffiata, manubrio piegato, leva frizione rotta e...dannazione, la forcella era piegata. Stavo lì, immobile, con la gente che cominciava ad avvicinarsi parlando a bassa voce..." E si, ha torto lui che non ha rispettato la precedenza"..."ma non si è fatto male?"...la rabbia esplose all'improvviso: mi girai a cercarlo con lo sguardo; quando lo inquadrai nel reticolo collimatore che si era materializzato sulla mia retina, vidi che sussultò sgranando gli occhi; cominciò ad indietreggiare mentre dalla mia bocca uscirono le parole:" io ti ammazzo, vieni qui che TI AMMAZZOOO!". Una mano possente si posò decisa sulla mia spalla e mi bloccò: una montagna di circa due metri mi girò, mi indicò un cartello a forma di triangolo rovesciato e mi disse:"lo vedi quello, ragazzo? Sai cosa indica?"," ma quello mi è venuto addosso!!","no, sei tu che sei andato addosso a lui, quel segnale dice che devi dare la precedenza...ma, ti senti bene?","no, mica tanto". Cominciai a sentire le vampate di calore tipiche delle contusioni, iniziai a controllarmi e, per fortuna, constatai che mi ero soltanto procurato un taglio superficiale sul braccio sinistro e qualche abrasione. Mario si avvicinò, chiedendomi cento volte scusa, dicendomi che mi aveva visto, aveva rallentato, aveva però pensato che alla fine, visto che la precedenza ce l'aveva lui, io mi sarei fermato. I ricordi più vivi che ho di quei momenti sono due: il black out e l'umanità. Con il primo capisci che sei di carne ed ossa e che tutti i tuoi pensieri, le tue memorie belle e brutte, tutto ciò che hai progettato per quella sera e per il domani, sono come il filo che lega il ragno alla ragnatela; passa chiunque, con noncuranza punta il dito sulla stessa e...puff, il nulla. La seconda è arrivata quando Mario, passandomi la mano nei capelli mi disse:" Dio, potevi essere mio figlio, anche lui è fissato con le moto...ma, sei sicuro che non ti sei fatto male?","io no, ma lei si..., chi ha il coraggio di chiedere i soldi ai miei per ripararla...anzi, sarà già un miracolo se non mi prendono le chiavi della moto e le gettano nel water". A questo punto mi guardò pensieroso e mi disse:"senti, intanto sbrighiamo la denuncia del sinistro; per la tua moto ci penso io:
ho un'officina di moto a Trastevere (noto quartiere di Roma), me la porti e vediamo cosa si può fare". La strada, amica e nemica di tutti i suoi utenti: può lasciarti dei ricordi di paesaggi, di profumi e di emozioni indelebili... oppure può lasciarti il segno...di che tipo ed entità, questo non ci è concesso di saperlo in anticipo; però qualcosa sicuramente si può fare affinché prevalga la prima situazione. Ho classificato le insidie in due categorie: attive e passive; le prime sono quelle dovute a tutti gli oggetti che si trovano in movimento lungo la strada: autoveicoli, pedoni, animali e...altre moto; alle seconde appartengono tutte le trappole statiche che si possono incontrare nel tragitto: buche, macchie di gasolio, brecciolino, alberi caduti e...la segnaletica stradale. Chiaramente è impossibile stilare un elenco completo di tutte le situazioni; sarà l'esperienza stessa che... a suon di scariche di adrenalina, andrà a riempire il vostro personalissimo Libro Nero del Motociclista; però, tanto per ripassare la lezione, qualche caso, che magari mi ha...particolarmente colpito, lo posso esporre. Le mamme hanno un bruttissimo modo di attraversare la strada con i passeggini: quando vedete che dal marciapiede si infilano tra le auto posteggiate, cominciate a frenare; dopo qualche istante sbucherà il pargolo, ignaro del pericolo che corre; stesso discorso per gli anziani che hanno la pessima abitudine di attraversare senza guardare; qui bisogna avere un occhio di riguardo, un domani neanche tanto lontano ci saremo io e voi da quella parte della barricata. In estate bisogna fare molta attenzione nell'attraversare le code di automobili: dai finestrini possono uscire braccia o teste di bambini alla ricerca di un improbabile refrigerio; per non parlare degli sportelli che si aprono improvvisamente. Le visiere dei caschi vanno tenute chiuse perché gli occhi sono delicati e fonte di dolore acutissimo e improvviso al verificarsi di un minimo trauma: gli insetti vari, la sabbia lungo una strada che costeggia il mare sollevata improvvisamente da un colpo di vento, il ramoscello troppo cresciuto che si trova all'uscita di una curva, l'automobilista incivile che svuota il posacenere dal finestrino, il sasso scagliato dalla ruota di un veicolo che ci precede ( rompono i fari delle automobili, figuriamoci il danno che possono arrecare negli occhi); sono tutti motivi di cecità improvvisa e momentanea, con conseguenze facilmente immaginabili. Tenersi alla larga da quelli più grossi di noi (camion, autobus ecc.): spesso sono affetti da manie di grandezza con conseguenti prepotenze, hanno il difetto di perdere spesso il carico (una volta ho visto volare un materasso sul Grande Raccordo Anulare, per fortuna senza conseguenze), la terra ed altri detriti se sono addetti a questa movimentazione, a volte le sponde dei cassoni e i vari portelloni di carico (tipo i camion frigoriferi) non sono ben assicurati o addirittura aperti. Particolari attenzioni vanno usate sulle strade statali che attraversano le zone rurali, quelle che più invogliano alla guida sportiveggiante; specialmente durante la brutta stagione, o anche dopo un bell'acquazzone, nascondono mille insidie come terra franata, alberi caduti e grandine ( o gli incidenti a loro volta causati): tutti fattori che visti in tempo sono trascurabili ma, se si trovano in uscita da una curva o dopo una cunetta, sono guai grossi; inoltre, soprattutto di notte, si possono fare spiacevoli incontri con la fauna locale: personalmente ho rischiato di travolgere, o di essere travolto, da un paio di stupendi esemplari di cinghiali che fissavano inebetiti i fari della mia moto; un altro grosso rischio sono le macchie di gasolio che i camion o gli autobus lasciano soprattutto sulle curve di queste strade: ne ho visti svariati che avevano uno straccio a mò di tappo sul serbatoio ( noi per i fari accesi di giorno ci becchiamo la multa, questi criminali il più delle volte la passano liscia); attenzione ai mezzi agricoli, ti rendi conto di quanto sia bassa la loro velocità quando ci sei quasi addosso, molto meglio frenare immediatamente al loro apparire. Una citazione a parte, almeno nella mia città, la merita la segnaletica stradale: se le assicurazioni vengono ormai considerate delle truffe legalizzate, quest'ultima è un vero e proprio serial killer legalizzato!!!. A parte la vernice usata per le indicazioni che, specialmente con la pioggia, diventa come il sapone, le segnalazioni di lavori in corso poste...sull'orlo degli scavi, veramente terribili sono i dossi in gomma adoperati per la separazione delle corsie: sono dei dossi, alti circa dieci centimetri, disposti longitudinalmente lungo il senso di marcia; se ci finisci con le ruote perché il cretino di turno ti stringe, distratto magari dal cellulare che squilla, non hai scampo: ti aspetta una rovinosa caduta con enorme rischio di essere investito da chi ti segue. A proposito...come mai ho nominato anche le moto nella mia piccolissima lista delle insidie passive? Purtroppo alcuni di noi guidano in modo veramente deplorevole: un esempio che a mio parere è tra i più pericolosi e stupidi è quello di divertirsi a "sverniciare" le carene altrui (per i profani: significa passare ad alta velocità a pochi centimetri da altre moto con conseguente cardiopalma e sbandamento per il sorpassato); purtroppo ogni gregge ha le sue pecore nere. Posso soltanto consigliare, a questi pseudo piloti, di fare queste prove di abilità con i lampioni; quelli, almeno, non si fanno male. A questo punto penserete che chi scrive sia un tranquillo motociclista, che gira su una ancora più tranquilla e borbottante motocicletta, sempre ligio e rispettoso delle regole e con le pulsazioni cardiache tenute sempre ad un salutare regime di minimo: niente di più errato: attualmente esco con una race replica vera, di 15 anni di età...vi dice nulla il nome RD500LC, quattro cilindri a V e ciclo a due tempi? Emozioni fortissime, ma da vivere con la testa (e il casco ben allacciato) sulle spalle e non con...altre parti anatomiche dedicate ad altre funzioni; inoltre ho avuto la fortuna di aver lavorato, per circa tre anni, rivestendo un ruolo che mi ha inculcato a forza l'istinto della prudenza e dell' autocontrollo nell' uso della manopola del gas: tecnico di assistenza sulle macchine destinate alla diagnostica per immagini, in particolar modo quelle utilizzanti l'emissione di raggi X. Tutto questo mi ha portato a contatto di situazioni cliniche gravissime; sono stato anche nelle sale operatorie durante gli interventi, nel caso in cui un dispositivo RX si guasti: qui ho compreso appieno tutte le paure che mia madre aveva nei confronti della moto; come conseguenza mi é sembra doveroso, soprattutto nei confronti di mia moglie e delle mie bambine, meditare moltissime volte sui rischi che corro ogni volta che giro la chiave e tolgo il cavalletto ma...visto che al cuore non si comanda, purtroppo si muore anche in mille altri modi peggiori e della moto non riesco a farne a meno, il primo comandamento che ho ben chiaro e sul quale non si discute è: PRUDENZA, sempre e in qualsiasi occasione; questo non significa dover rinunciare per sempre a qualche...smanettata, ma sicuramente non deve diventare un'abitudine di guida da praticare in tutte le strade e occasioni. Dopo un paio di giorni Mario mi riconsegnò la moto in perfette condizioni e non mi fece pagare una lira di manodopera. Mio padre, che nel frattempo si stava appassionando, non mi rimproverò e tenne a bada gli...istinti omicidi di mia madre; quando mi accompagnò a ritirare la moto mi disse:" adesso sai a cosa serve quel segnale triangolare!". Io lo guardai e gli risposi:" invece di dirmi LA MOTO NO E BASTA, oppure uscire di casa per non sentire le discussioni tra me e la mamma, potevi parlarmi delle tue esperienze di guida e darmi qualche spiegazione sulla segnaletica e sui comportamenti da tenere sulla strada!". Quindi, miei cari genitori distratti dalle troppe partite di calcio in TV, siete avvisati! Spesso le parole arrivano troppo tardi. A tutti i Mario di questo mondo, invece, lancio un appello: anche se avete la precedenza, davanti ad un motociclista (e non solo)che non ve la rispetta fermatevi: che lo abbia fatto per distrazione, per inesperienza o per stupidità non importa, è certo invece che se non vi fermate potreste fargli veramente male. In questo periodo cominciai ad aver voglia di qualcosa di...targato...; era ora di affilare nuovamente i miei coltelli...

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